Che il viaggio sia un'esperienza sempre arricchente dal punto di vista interiore è una realtà ormai acclarata. Se poi il viaggio è in India, allora, questo diventa un'occasione di arricchimento spirituale e, non ultimo, di affinamento della propria stilistica, impreziosita dalla conoscenza delle spezie e degli aromi esotici.
È quanto dimostra di aver introiettato Adriano Baldassarre, già cuoco di indubbia tecnica sin dai tempi di Zagarolo. Ora, però, che il suo repertorio si è arricchito, oltre alla tecnica gli si riconosce anche un'originalità e una profondità rinnovate, che innervano di nuova linfa il menù degustazione più importante che, non a caso, è anch'esso un viaggio. Quello nelle profondità della Città Eterna, nella sua storia anche popolana, di borgata, che però si arricchisce di contrappunti e suggestioni esotiche e orientali, a rafforzare il messaggio.
Quale? Quello di una contemporaneità ibridata, globalizzata e inclusiva ma rafforzata nelle reciproche identità, sottendendo anche una riflessione di ordine etico. La multiculturalità, infatti, è l'elemento della cucina non solo contemporanea ma anche del passato, e costituisce non di rado un pretesto per andare ancora più a fondo nella conoscenza delle proprie radici. Ce lo insegna, ancora una volta, Baldassarre con Suburra: forse il piatto emblematico del percorso, uno studio sui pomodori e sui diversi livelli di dolcezza, enfatizzata per differenza dalla nota amara delle olive e da quella, più aromatica, dell’origano.
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet