A onta delle sue numerose attrattive - i mosaici bizantini della basilica di Sant'Apollinare Nuovo e la tomba di Dante Alighieri, solo per citare due degli otto monumenti Unesco - la città di Ravenna è stata preda, negli ultimi anni, di una certa silente stagnazione, anche da un punto di vista gastronomico.
A riabilitarne le sorti è, da qualche tempo, l’Alexander, dal nome di quello che, un tempo, fu un cinema, e oggi è il regno Mattia Borroni, chef di origine milanese, qui trapiantato grazie all'intuito, e alle disponibilità, di una coppia di visionari, al secolo Sante Milandri e la moglie Pia. I tre, da qui, scrivono oltre alla propria storia anche il riscatto di una città.
Così all'Alexander si gustano piatti "uni e trini", nel senso che dalla combinazione di massimo tre ingredienti fan scaturire un senso di unità, di coerenza, e, per dirla con una parola, di concetto, davvero efficaci. A disposizione due degustazione, Pesce e Terra, oltre a una carta ricca e variegata. Tra le specialità, Spaghettone trafilato, sugo di peperone arrostito, bottarga di tonno e olive.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)
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Tavoli all’aperto
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articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)