Per Giuseppe Biuso la cucina è un modo di raccontarsi, di esprimersi. Ogni piatto è una storia, un aneddoto, una visione del mondo, la sua. Parla di viaggi fatti o ancora da fare e quel bisogno incontenibile di narrazione una volta rientrati, che sfocia in sorpresa. Regala all’ospite il gusto del nuovo, di spezie sconosciute o mai assaggiate come l’Olivello spinoso finlandese, il Rooibos del Sud Africa o la Tapioca tropicale, pensati ex novo, alla Biuso.
I suoi piatti da sempre giocosi, anche quando guardavano alla tradizione, sono scevri da legami con il territorio e dai territori, diventando piacevoli divertissement. Creano rimandi, richiamano alla mente l’idea di un luogo, non guardano più a consistenze e temperature ma ad acidità, pulizia del palato, sensazioni di freschezza ed effetti sorpresa, con la materia prima lasciata il più possibile in purezza, per identificarne i singoli ingredienti. I primi indizi allestiti sul tavolo sono inequivocabili: una cartina, una valigia, una macchina fotografica e un aeroplano, dicono di allacciare le cinture, si decolla per destinazioni sconosciute. Il menu sarà donato al termine, come ricordo per l’esperienza vissuta.
L’entrée va da un fresco Blinis, pancake russo e dell’Est europa, che gioca con l’agrumato dell’alchechengi e del mango e stempera in dolcezza lo sgombro marinato; alla sfera di prezzemolo che fa esplodere in bocca il mare delle vongole. Si atterra in Finlandia, Cina, Giappone, America, per rientrare in Sicilia e spiccare il volo alla volta del Marocco e altri paesi. Negli occhi, la felicità inattesa del viaggio.
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Ristorante con camere
Tavoli all'aperto
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scrive di Puglia, viaggi e cibo, quello buono. Sempre a caccia di novità, collabora a Con Gusto e Il Gusto di Repubblica Bari e le Guide di Repubblica