Tre chilometri separano il confine italiano dall’unverso-casa di Ana Roš e Valter Kramar. Tre chilometri di strade e tornanti immersi nel verde di Kobarid che si affrontano come fosse un thriller. Curva dopo curva, albero dopo albero, sospesi, in attesa di intravedere la rotonda, bellamente arrugginita, insegna di Hisa Franko.
Se c’è un merito che più di altri va riconosciuto ad Ana e Valter, al di là delle 2 stelle e del 21esimo posto nella 50Best, è il fatto di aver inserito un territorio del raggio di 50 chilometri, prima di loro ignorato, nella storia moderna del fine dining internazionale. Cinquanta chilometri che equivalgono al raggio di approvvigionamento della cucina. Dal mare Adriatico agli agnelli della Dreznica. Cinquanta chilometri di prodotti, storie e persone, in un menu - quello autunnale - da 18 portate: l’orto di Jeanne e Matteo, i formaggi di Irena Oresnik, l’allevamento di pesci di Mitja Zupan.
Cinquanta chilometri che si allargano a volte fino a ricoprire l’estensione del globo terreste, con i viaggi, gli abbracci, le risate, le amicizie che fanno comparsa nei piatti del menu. In Kobadir, Ana e Valter hanno creato un rifugio eroico di idee e un porto romantico di ricordi. Hanno rinchiuso la loro visione del mondo in un menu di sapori locali, e il mondo si presenta al loro menu per rispecchiarsi nell’amaro, nell’affumicato, nell’acidità e nell’umami della Soca Valley.
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sangue siciliano, adora i gamberi rossi crudi e l’odore del soffritto di cipolla. Si occupa di marketing, intelligenza artificiale e hungryitalianintown.com