La mano di Peter Goossens è francese, ma lo sguardo supera i confini. E la stessa cosa vale per i piatti, che dicono sempre molto delle esperienze vissute dal cuoco. Dalla mai celata passione per il Giappone allo stretto legame con i farmer locali alla ricerca della migliore materia prima. Lo sguardo poi è quello severo e intransigente di chi ricerca sempre l'eccellenza, senza se e senza ma, e che, per questa ragione richiede disciplina e massima cura dei dettagli da parte di tutto il team, dalla cucina alla sala.
Questo è Hof Van Cleve, un ristorante cui è davvero difficile trovare qualche sbavatura, soprattutto oggi che il cuoco ha saputo approntare un menu capace di soddisfare tutti i palati. A partire, ad esempio, da quelli che ricercano certamente l'eleganza della vicina Francia, ma soprattutto verdure ed erbe reinterpretati dalla moderna haute cuisine. Qui c'è addirittura un menu dove si trovano Sedano rapa, con prezzemolo e romanesco, il Porro con coriandolo, ceci e kombu, o la Scorzonera con formaggio "Vecchia Bruges", cavolo verde e porcini.
Prodotti freschissimi e piatti che, per questa ragione, sono sensibili a cambiamenti anche repentini, quando il mercato non garantisce la necessaria qualità e la materia prima viene meno. Comunque non si preoccupino troppo i tradizionalisti, scampi, capesante e ostriche sono sempre uno dei punti di forza di Hof Van Cleve. Tra le colline del Belgio più amato dai ciclisti è forse l'indirizzo di maggior prestigio e quello capace di opresentare l'offerta più completa.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare