Dall'inizio dell'anno, la full immersion nelle fermentazioni è in pausa, e la cucina di Ivan Maniago emerge più consapevole. Sempre presenti nella dispensa dello chef friulano d’origine, ma ligure d’adozione, i fermentati lasciano spazio a una proposta con meno ingredienti, orientata alla ricerca di qualcosa di più intimo, senza rinunciare a leggerezza e godibilità.
I piatti che si gustano da Impronta d’Acqua sono fortemente identitari per due ragioni essenziali: sono originali e, quando necessario, sanno andare in profondità senza ostentazioni. Particolarmente interessante è l’interpretazione di Ivan dell’umami: un equilibrio tra acidità, dolcezza intensa e una punta di sale che non va confusa con l’agrodolce, ma che si trasforma in una sfumatura del quinto gusto molto personale e carica di carattere. Qui ci si diverte lungo tutto il menu, e si sorride anche senza un motivo apparente.
A dirigere la sala c’è Madeleine, una delle poche persone capaci di far cambiare idea persino agli astemi: i suoi pairing, talvolta outside of the box, sono come il sale nell’acqua per la pasta!
Classe 1983, Food Writer nell’anima e instancabile gustatore seriale, scrive e racconta di cibo e delle persone che lo rendono unico. Sempre pronto a cogliere ogni dettaglio di ciò che assaggia con tutti i sensi, l’olfatto rimane il suo strumento preferito. Annusa tutto, orgogliosamente, dal 1983 e quando non è seduto a tavola fa il papà e l'ingegnere
Classe 1983, Food Writer nell’anima e instancabile gustatore seriale, scrive e racconta di cibo e delle persone che lo rendono unico. Sempre pronto a cogliere ogni dettaglio di ciò che assaggia con tutti i sensi, l’olfatto rimane il suo strumento preferito. Annusa tutto, orgogliosamente, dal 1983 e quando non è seduto a tavola fa il papà e l'ingegnere