Ci sono fanfaroni che quando parli loro bene di un posto, per spegnerti il sorriso ti dicono che dovevi visitare quel locale 10 o 20 anni prima, allora sì che aveva un valore assoluto. Cercano di farti sentire in colpa per non esserci stato quando quel cuoco muoveva i primi passi e, ovviamente, era tutta un'altra cosa. Al di là di questo, mi chiedo sovente se quel qualcuno arrivato per la prima volta "in ritardo" prova sostanzialmente le mie stesse emozioni di una o due vite fa.
E' ad esempio il caso di Michele Alesiani, l'oste che ha legato il suo nome all'Osteria dell'Arancio a Grottammare Alta e che dopo una esperienza a San Benedetto del Tronto, da un lustro guida Pepe Nero sulle colline di Cupra Marittima. Non vi sono dubbi che l'Arancio emanava una luce, una forza e una allegria difficilmente replicabili e imitabili. Ma ha senso vivere pensando al passato, sbuffando e rimpiangendo?
L'attale realtà è gradevolissima e contenuta nelle proposte. Non si va a Cupra per fare alba come accadeva Grottammare. Si va lì per respirare un'aria di cose buone, grazie a un menu a 30 euro 5 piccoli antipastini, salumi compresi, due assaggi di primo, un secondo a scelta, dolci, coccole e dolcetti. E il vino non vanta la scelta sterminata di un tempo, però vi sono sempre buone, ottime bottiglie e non si resta delusi anche perché Michele sorride a chi ne porta di sue da casa e stappa e offre. E con il bel tempo si cena all'aperto, nel silenzio. Tranquilli: la prima volta da Alesiani strega sempre, così era ieri e così sarà domani. Guardate avanti.
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Tavoli all'aperto
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
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