Giuseppe Vesi, con i suoi figli e gli storici collaboratori di sempre, al Vomero rappresenta un punto di riferimento. Una certezza. Siamo nella parte alta di Napoli, in un quartiere potenzialmente alto spendente, ma che nel capoluogo partenpeo, più che altrove, esige rassicurazione. E quindi, tradizione. Siamo tornati da Giuseppe Vesi anche quest'anno e la pizza è ottima. C'è innovazione, ma la percezione è quella della pizzeria della porta accanto, una garanzia che il cliente fidelizzato si aspetta dalla sua pizzeria di quartiere. "Non smettiamo mai di fare ricerca, sia per quanto riguarda l'impasto che i topping", parola di Diego Aquino. Braccio destro di Giuseppe Vesi, suo allievo da sempre, oggi ben posizionato nel gotha della pizza napoletana.
Vogliamo saperne di più e scopriamo che, a proposito di impasto, si parte da un poolish, quindi una pre-fermentazione, blend personale di farine tipo 1 macinate a pietra, lievitazione lunga e cottura come da tradizione nel forno a legna. All'assaggio, la pizza risulta fragrante sul cornicione, leggermente più accennato rispetto ad una classica napoletana, sottilissima e scioglievole al centro.
Leggera, di grande digeribilità. Assaggiamo la Margherita, benchmark doveroso, e ne arrivano due: classica, con fior di latte di Agerola e "moderna" con mozzarella di bufala a crudo. Oltre ai grandi classici, una serie di pizze del giorno con topping messi a punto in collaborazione con lo chef di casa: Baba, senegalese, anche lui in squadra da sempre. Vesi è una grande famiglia, pizza gourmet, ma senza strafare.
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classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare