Il Cracco da esportazione lo si vede al Lotte Hotel di Mosca e con lui è cresciuta in un colpo solo la percezione della cucina italiana da esportazione quando viene rivista, ottimamente, in una versione d'autore. Si perchè i piatti della carta qui raccontano bene alcune regioni e i prodotti d'eccellenza, attraverso classici ben conosciuti oltreconfine (come gli Spaghetti con le vongole, il Vitello Tonnato, oppure la Burrata e il Crudo San Daniele), per poi arrivare giocoforza a qualche astuta intrusione dove la materia prima non arriva, come, ad esempio, per l'Agnello neozelandese.
Ma è un dolce e minimo compromesso per una cucina dove ogni tanto ci si lascia andare a qualche sprazzo di creatività che esce dai canoni della tradizione, soprattutto tra gli antipasti, come nel caso dei Calamari gratinati con limone, pak choi e Bay leaves, oppure nei Korushka fritti che vengono serviti con una salsa di capperi e aioli e pesto al basilico. Interessante e vincente l'idea di sottolineare ad ogni piatto la quantità e l'apporto calorico, mentre è decisamente curioso che non spicchi nel menu qualche piatto dove proprio l'uovo è assoluto protagonista, visto il nome del ristorante. Ma questo è solo un dettaglio trascurabile.
Il valore di Ovo è ben altro, se pensiamo che ancora oggi sono pochi gli esempi di cuochi italiani rinomati che escono dai confini nazionali con il proprio nome, e la propria faccia, firmando un ristorante. Un buon punto di partenza anche per una città come Mosca che sembra sul punto di diventare una delle mete gourmand dei prossimi anni.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare