E' il ristorante più fiabesco d'Italia, un luogo dove una fantasia sfrenata è servita con un fascino irresistibile. Fuori, un parco che sembra un giardino dei tarocchi decorato da opere d'arte e objet trouvé. Dentro, la cucina di Nino Di Costanzo, uno degli chef più inclassificabili della scena italiana, un artigiano quasi rinascimentale che costruisce per i clienti una vicenda di poche ore che però resta nel cuore e nella memoria gustativa molto a lungo.
Di Costanzo ha un suo stile personalissimo, fatto naturalmente di una tecnica magistrale ben servita da un'esperienza trentennale nelle cucine di tutto il mondo, di una tradizione che non smette mai di fare workout per restare sempre in forma perfetta; ma Nino è anche un homo faber, un personaggio che impone la sua visione del mondo fatta di cuore, pensiero, colore, un generoso prepotente che chiede al cliente tutta l'attenzione possibile. I menu degustazione sono un trionfo di trovate, una specie di bric-à-brac stiloso e gustoso: già gli antipasti conquistano con il Gran Cru...do, con lo Scampando, con la Bassa Marea. I primi sono un luogo dell'anima: Paste e Patate con omaggio a Giovanni Assante, Spaghettoni ai cinque pomodori. Secondi pienamente ischitani e quindi tra mare (Rombo alla Mugnaia) e terra (Agnello in Parmigiana). I dolci sono un vero luna park, Art is not a Crime, Il Circo e GiarNino sono scenografie felliniane che da solo valgono l'ascesa.
Carta dei vini altrettanto scenografica con grande attenzione alle bollicine: a Ferrari e Dom Pérignon sono dedicati due menu ad hoc.
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romano di stanza a Milano, sommelier e giornalista del quotidiano Il Giornale, racconta da anni i sapori delle città in cui vive