Retrobottega è prima di tutto un luogo dove, qualora fossi teletrasportato all’improvviso, non penseresti di essere nel cuore di Roma. Un ambiente sospeso nel buio, fatta eccezione per i tavoli - due, grandi, comuni - e il pass: praticamente una cosa sola. Lo avevano immaginato così il loro ristorante Alessandro Miocchi e Giuseppe Lo Iudice: due teste, una sola fede, la materia-crazia e i dettami della naturalità creativa che ne conseguono. Qui dove senti che i due stanno portando avanti una cucina personale, senza il bisogno alcuno di forzare la mano, perché insita in loro stessi, e un simile fare, lo si può esteriorizzare solo quando hai le idee molto chiare.
Due menu, due vie: aut, aut, o animale o vegetale. L’ultimo è un viaggio esperienziale che ha inizio ancor prima di sedersi in via della Stelletta, ma comincia dalla raccolta che i retro-bottegai portano avanti nelle campagne limitrofe e lontane, erbe, ortaggi. Prima raccogli, poi butti sul tavolo e pensi, usando tutto integralmente: in che modo immobilizzare i sensi? In che modo lasciare che il gusto diventi una piazzola di sosta da cui godersi un panorama nuovo della cucina pan-italiana?
E tutto questo si replica anche nello spartito animale: pesce e carne, anche insieme - come midollo e seppia, tecnica spietata e sorprendente. Perché potrebbe piacervi? Perché il vero contenitore del cibo non è il piatto, ma il pensiero. Solo che questo non resta effimero, intangibile e fumoso ma si esprime nel taglio deciso che ogni singola portata ha. Servizio low-key e rilassato, un nuovo tempio della contemporaneità del gusto.
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classe 1991. Irpina. Si laurea in Lingue e poi in Studi Internazionali, ma segue il cuore e nella New Forest (Regno Unito) nasce il suo amore per l'hospitality. Quello per il cibo è acceso da sempre. Dopo aver curato l'accoglienza di Identità Golose Milano, oggi è narratrice di sapori per Identità Golose. Isa viaggia, assaggia. Tiene vive le sue sensazioni attraverso le parole.