«Quel che c’è, quando c’è». È questo il mantra di Massimiliano Poggi. Una consapevolezza e una scelta che ricalca i ritmi della natura, senza forzare i tempi delle stagioni. Poggi è riuscito a costruirsi a Bologna un'identità forte, conservando le proprie solide radici. Ha delineato un percorso coerente e virtuoso, ha trovato la giusta chiave di volta stilistica, è diventato così punto di riferimento. E poi perché è molto bravo di suo, ai fornelli.
I piatti dimostrano talento e dalla sapienza. La complessità è sussurrata, esplode solo quando giunge al palato. Così, non spaventa. E il locale è pieno. Tra le specialità da non perdere ci sono i Tortellini in crema di parmigiano, il Germano alla brace con contorni che variano a seconda delle stagioni, il Fusillo e Medicina, con la cipolla che acquista tre consistenze, cioè crema, polvere e caramello.
Celebri piatti d'alta cucina acquistano vesti più sobrie ma non per questo dimesse. Esempio: Idea di un filetto alla Rossini (topinambur ripassato nella sua buccia arrostita, tartufi neri, salsa di fegatini di pollo con foie gras, e spinaci). Due i menu degustazione Campagna e sostanza di 5 portate e Quel che c’è quando c’è, 8 piatti che, come si può ben capire, seguono l’offerta del mercato e condensano la filosofia dello chef.
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Tavoli all'aperto
giornalista professionista e professore di Antropologia del Cibo all’Università Iulm di Milano. Collabora con Fine Dining Lovers e altre testate del settore food. È stata nominata Chevalier de Champagne ed è stata per tre anni Responsabile della parte giornalistica food di Expo Milano 2015