Luca Abbruzzino che è di poche parole e tanta sapienza. Che è parte piena della nuova generazione dei migliori chef italiani, ma mantiene una ritrosia poco social, stile palla lunga e pedalare. Il futuro è suo, lo sappiamo noi e lo sa anche lui.
Luca Abbruzzino che dice: «Credo che sia sempre più importante andare verso la ricerca e valorizzazione dei prodotti locali. Soprattutto dopo questa pandemia, noi ristoratori dobbiamo fare rete e aiutare la crescita dell’economia locale». Questo vale ancor di più in Calabria: sia perché è una zona che ha bisogno di sviluppo, sia perché è un forziere di cose buone. «Abbiamo due mari e una montagna e mezzo, si arriva a 1.600 metri. Dobbiamo metterci in testa di lavorare soprattutto su questo. È una cosa che facevamo anche prima, ma bisogna aumentare ancora di più il nostro impegno».
Luca Abbruzzino che, al termine della cena, non è di quelli che si aspettano gli elogi, ma ti chiede: “Qual è la cosa che ti è piaciuta di meno?”. Perché vuole sempre migliorare.
Luca Abbruzzino che propone una panificazione spettacolare (treccia sfogliata al burro, pan brioche all’olio di oliva, pane bianco e pane ai cereali, entrambi da lievito madre, focaccia con pomodorini gialli) e l’accompagna con un burro (della Sila) e un olio (il Micu 1906 di Olearia San Giorgio sull'Aspromonte. È un blend di ottobratica e cassanese) meravigliosi.
Luca Abbruzzino che ci ha proposto una gran cena, senza se né ma. E mai così complessa, attenta, solida, raffinata.
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classe 1974, giornalista professionista, si è a lungo occupato soprattutto di politica e nel tempo libero di cibo. Ora fa esattamente l'opposto ed è assai contento così. Appena può, si butta sui viaggi e sulla buona tavola. Caporedattore di identitagolose.it
Luca AbbruzzinoNopal e suzu
Luca AbbruzzinoNopal, mandorla e bergamotto