È una cornice silenziosa e tra le più importanti nel globo quando si parla di arte contemporanea. Che con il ristorante, aperto nel 2002, diventa anche palatale sprigionando nuove energie. Crea quel movimento, quel chiacchierio metropolitano che nel tempo è riuscito a centrare l’obiettivo di Emilio Re Rebaudengo: offrire una proposta culinaria che rappresentasse la Fondazione d’Arte Contemporanea Sandretto.
Questa cucina, affidata ad Alessandro Mecca, nel tempo ha trovato il suo spazio in città. E lo chef - si può dire - dopo esperienze in altri ristoranti di spicco qui ha trovato una sua dimensione, il suo spazio, una sua sostanziale forma, riuscendo ad esprimere i propri stili e voglie. Si sceglie tra il “Contrasto” per percezioni contemporanee, l’Equilibrio per piatti di creatività controllata, il Classico per un buon comfort food, e una proposta 100% contemporanea: Idea e Pensiero per entrare nella mente di Mecca e leggerne lo spirito gustandosi l’interpretazione delle materie prime. Presentate in piatti, con garbo e stile perfettamente in sintonia con la location, in cui bisogna fare uno sforzo: capire e godersi azzardi misurati, del sottinteso, di messaggi nascosti, come in un quadro, qui ingredienti.
È il caso dello Spaghetto alla puttanesca o dei Ravioli di ortica con robiola di Roccaverano in cui concedersi il piacere del gusto tipico regionale delicato e al tempo stesso pungente. Anche in chiusura si può scegliere con sapori dolci, salati o acidi. E il tutto lo si può accompagnare con una selezione di vini o a scelta dalla carta, molto attenta e completa.
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laureata in Economia e valorizzazione del turismo, è consapevole dell'effetto moltiplicatore che anche solo un ingrediente può avere in un territorio. Da dieci anni viaggia (molto) e racconta tutto quello che assaggia di curioso ed entusiasmante