Petter Nilsson è uno che ha sempre precorso i tempi. A 14 anni faceva foraging nel suo primo ristorante in Svezia, lustri prima che la moda esplose nei paraggi. Poi, attratto dal tepore dei climi, scese in Francia e ci rimase per 15 anni. Prima al Trois Salons di Uzès, tra le montagne, e poi, dal 2006, alla Gazzetta di Parigi, l’insegna che dettò il verbo della bistronomie a una generazione di cuochi che ancora non si è fermata.
All’inizio del 2014, il ritorno a Nord, alle lande native, per motivi familiari. La sala del suo attuale ristorante, sull’isola di Djurgården, si trova al cuore dello Spritmuseum, il museo dei distillati, un luogo che esplora serenamente la relazione dolceamara degli svedesi con l’alcol.
Il ragazzo continua nella missione facendo il suo, come ha sempre fatto: non gli interessano i fanatismi local nordici ma la sostanza di quel che gli arriva ogni mattina. Cioè carne e pesci dalla Svezia e, in parte, dalla Francia assieme a verdure coltivate secondo i crismi della biodinamica. Con quelli compone, a cadenza quotidiana, due menu (carnivoro e vegetariano 100%) piuttosto creativi che vi farete spiegare bene magari dopo aver assaggiato snack di patè con sottaceti o aringhe al bar. Dal nostro pasto ricordiamo in modo cristallino dei Ravioli di castagne con brodo invecchiato.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose