Appuntamento dopo il pasto nel dehors, nel nuovo, magnifico giardino disegnato dall'architetto Paolo Pejrone (un consiglio della famiglia Agnelli, da sempre cliente qui. «Sono onorato, è il mio primo giardino in un ristorante stellato», reagì Pejrone alla telefonata). Arriva Gian Piero Vivalda, scruta qualcosa tra l'erba, è un tappo di una bottiglia di Champagne; allora fa una faccia strana, lo raccoglie e lo fa subito sparire. «Non è accettabile che fosse abbandonato lì, saranno passati almeno dieci camerieri prima di me, perché nessuno l'ha raccolto?», ci confida così i suoi cattivi pensieri, accomodandosi a sua volta.
In questi momenti complicati, quando tutto è messo in discussione, torniamo con i nostri racconti a un pomeriggio recente, all'Antica Corona Reale di Cervere, pranzo all'aperto. Il tema della nostra chiacchierata con lo chef-patron Vivalda era la costruzione di una maison all'italiana, quale è ormai l'indirizzo bistellato di Cervere. La risposta era arrivata subito: non tollerando appunto un tappo di Champagne fuori posto. Dunque il valore del lavoro e della determinazione, l'importanza di credere in sé stessi anche quando si è circondati dal pessimismo: sono concetti che hanno sempre animato Gian Piero e risultano più che mai attuali.
L'Antica Corona Reale nacque un'osteria di paese dove si giocava a carte e si beveva vino, stop. Ora ha una quarantina di collaboratori. È un tempio del buon gusto dove si spera sempre di poter tornare al più presto.
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose