In una stradina silenziosa e appartata si affaccia il delizioso portoncino d'ingresso del ristorante La Bul di Antonio Scalera. Forse il presagio di un'eleganza per nulla appariscente, i cui piccoli tocchi si materializzano nelle sedie (diverse una dall'altra) vintage, nei pavimenti d'epoca, nei quadri alle pareti. Con il valore aggiunto dell'impeccabile correttezza dell'accoglienza, e del garbo estivo del cortiletto sul retro che funge da dehors.
Il tutto, come per incanto, si riflette nei piatti di Antonio, grazie alla sua capacità di entrare in empatia con gli ingredienti, nel senso che riesce a intuirne le potenzialità gastronomiche ancora prima di lavorarli. La felice fusione tra la conoscenza delle tecniche e l'istinto personale favorisce quindi la nascita di soluzioni che cambiano di frequente, ma che sono comunque il frutto della passione culinaria dello chef. Tra le diverse proposte, lo dimostrano in modo evidente gli indimenticabili cappellacci ai funghi porcini, conditi con un meraviglioso brodo degli stessi porcini e con il formaggio di grotta.
professore di lettere in pensione prestato alla gastronomia. Titolare da oltre vent'anni di una rubrica sul Corriere del Mezzogiorno
Tavoli all’aperto
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