Riemerge quasi come una fenice, dall’estenuante altalenarsi di aperture e chiusure delle prime ondate di covid, La Bul di Antonio Scalera. Una sala riorganizzata e uno chef che pare caricato a molla da questi interminabili mesi di chiusura ed inattività forzata. Antonio Scalera sembra rinato, qualche collaborazione esterna in meno per tenere la concentrazione alta su casa propria, e La Bul sembra aver messo una marcia in più.
La cucina che viene servita in questa bella sala arredata con mobili anni Cinquanta e Sessanta, quasi nascosta alle spalle di una delle arterie più trafficate di Bari ed a due passi dal brulicare di passanti e locali del quartiere Murat, è una cucina centrata sulla materia prima, prodotti di territorio che Antonio Scalera acquista da fornitori locali selezionati da lui stesso uno ad uno negli anni di attività e maneggia con mano di precisione ed efficacia rara. Ne escono preparazioni costruite a partire da pochi ingredienti, perché il piatto arrivi il più dritto e comprensibile possibile a qualunque commensale, ma sempre ricche di gusto, intensità e ritmo.
Preparazioni semplici nella loro composizione, espressamente destinata ad esaltare la materia prima attorno alla quale sono costruite, ma non di meno golose e seducenti al palato. Piatti capaci di sedurre e restare nella memoria: l’Uovo pochet al fumo, cima di rapa, salsa di erbe e yogurt e il Cappellaccio di ricotta di pecora, emulsione di acciughe e ostriche alla piastra per dire di quelli più vividi nella nostra.
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Tavoli all'aperto
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Materano del secolo scorso. Ha una moglie tuttora paziente e tre figli incredibili. Il resto del mondo va e viene sotto il suo sguardo basito