La cucina su fiamma viva dilaga: che siano verdure, una bistecca, una fetta di pane o le caldarroste, il bruciacchiato sui bordi furoreggia nei ristoranti da continente a continente. Ma spesso c’è un’aura di approssimazione che non rende giustizia alle enormi possibilità della brace.
Aperto nel 2013, Burnt Ends è un vero pioniere del genere: ammaliato nell’Asador Etxebarri, l'australiano Dave Pynt volò a Singapore, trascinato dal fascino rustico della fiamma. Il locale spara musica ad alto volume e fuoco da un forno doppio di mattoni e acciaio di 4 tonnellate, disegnato dallo chef. Cuochi e commensali si affacciano lungo lo stesso bancone che divide equamente sala e cucina. Un modello unico al mondo, spiegato molto bene nel libro appena sfornato dai creativi della Fool Agency.
Il menu si compone quasi sempre di piccoli assaggi, lasciando al regno del superfluo le posate: Quaglia affumicata, uova e caviale c’è da sempre, poi Cuori d’anatra e peri peri, Pesce spada, curry e cipolla, Ossobuchi, fese e persino Pesce alla brace con yogurt e avena.
laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt
Tavoli all’aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt