Un grande ristorante, di solito, si basa su grandi pilastri: sala e cucina. Ritroviamo nel bistellato Piccolo Principe entrambi, con un servizio molto attento, ma discreto come uno stuolo di ninja, pronti a ogni evenienza, ma senza risultare opprimenti.
L’altra colonna è proprio la cucina, con chef Giuseppe Mancino in grande spolvero, autore di piatti caleidoscopici ed eclettici. È un’idea di cucina mai chiusa tra la Campania e la Versilia, ma tesa a partire da questi territori per guardare avanti nel tempo e nello spazio. L'uso di frutta e verdura da coltivazione biodinamica aiuta a rendere i piatti ancora più puliti nel gusto, già negli amuse bouche, dedicati alla Toscana.
Gli antipasti sono in parte classici di Mancino (Triglia alla pizzaiola) e in parte novità (Scampo con pesto di alghe, mela verde e cetrioli fermentati), con l'apice del gusto nell'Animella di vitello con peperoni, frutta esotica e misticanza condita con aceto di Champagne: una montagna russa tra acidità e toni succulenti. Le paste si confermano punto fondamentale del menu: lo Spaghetto burro e alici aggiunge il tocco aromatico del lapsang sochong, divenendo monumentale, mentre i Lumaconi di grano duro giocano con le lumache all'assenzio, dall'amaro spiccato ma ingentilito dal Parmigiano. I secondi parlano di grandi ingredienti classici, ripensati alla maniera di Mancino: Astice blu con emulsione di catalana e Piccione al barbecue con ananas e vermouth. Sono il sigillo che certifica la grandezza di questo luogo di ristoro, nella cornice di un Grand Hotel di nome e di fatto.
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Ristorante con camere
+390584743696
piacentino, classe 1988, ingegnere&ferroviere. Mosso da una curiosità gastronomica continua, ama definirsi “cultore delle cose buone”, essendo cresciuto in una famiglia dove si faceva tutto “in casa”. Crede fermamente nella buona tavola come creatrice di legami, ricordi ed emozioni vive. Instagram @lucafarina88