Quanto tempo è passato dall’arrivo di Cristina Bowerman in Italia? Dopo la lunga esperienza americana, decise che la sua casa sarebbe stata a Roma e quella casa si chiamava (e si chiama) Glass Hostaria. All’inizio non fu facile, ma è normale quando i progetti sono tosti e ambiziosi.
Il primo problema si chiama Trastevere. Per quanto il quartiere fosse già in un bel momento, la ristorazione era (ed è) densa di trattorie e osterie di verace cucina romana. Glass si impose con la sua struttura di ferro e vetro, ma soprattutto con la testa e la mano della chef che da subito cerca di unire la cucina italiana (specie gli ingredienti) con accostamenti e ricette che fanno fare viaggi in tutto il mondo.
E ora? I pensieri di base sono gli stessi, col valore aggiunto di una finezza, eleganza, armonia maggiore. Gli esempi sono tanti, Ravioli del Plin all’amatriciana e guanciale croccante, Petto di anatra, demiglace all’humeboshi, lattuga al bbq, Tosta Sermonetana ripiena di fegato. Nota di merito per i collaboratori, a partire dal responsabile di sala, Riccardo Nocera, nel team da più di 15 anni. Buon segno.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori di Identità Golose