Riccardo Agostini, classe 1971, è da dal 2007 che è approdato a Pennabilli in Valmarecchia, comune incastonato nelle colline alle spalle di Rimini e San Marino, tanto verde e tanta voglia di non ripartire perché lì, a quasi 700 metri di quota, ci si rilassa che è un piacere sincero. Merito del posto in sé. E quanto crescono ancora Riccardo e sua moglie Claudia, 13 anni di stella Michelin in un gioiello rifatto durante la pandemia, più ampio e coccolo. L’anima è rimasta intatta. C’è un bancone bar all’ingresso, più sale e salette, un tripudio di camini e all’esterno non solo un patio ma prati che annunciano un bosco. E’ tutto molto più pieno, più ricco rispetto a un tempo. I cinquant’anni sono un preciso punto di passaggio e Riccardo Agostini li sta vivendo bene, come se stesse sintetizzando in sé tutte le idee, le conoscenze e le esperienze di una trentennale carriera ai fornelli.
L’arrivo è stato così rilassante, e io così estasiato, che mi sono come teletrasportato in un angolino di paradiso in terra al punto da pensare in modo diametralmente opposto a quando dovrebbe fare un cronista della ristorazione: non scriverne, per tenere tutto per me quel piacere. Più assaggi che piatti completi, iniziando con uno straordinario racconto dell’Emilia Romagna attraverso i salumi della sua tradizione. Quindi Cavolo alla brace, latticello e caviale; Manzo cotto e crudo, tarassaco, face e miele; Lumache in casseruola, ceci e cicoria; Spaghetti al verde, carpione di trota e guanciale...
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Tavoli all’aperto
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nato a Milano nel marzo 1955, al Giornale per 31 anni dividendosi tra sport e gastronomia, è ideatore e curatore dal 2004 di Identità Golose.
Twitter @oloapmarchi