Prima di assaggiare la cucina del Koiné ho chiacchierato con il suo chef e patron Alberto Buratti, 37 anni ricolmi di passione e curiosità. Alle spalle ha un percorso importante all'Antica Osteria del Ponte, all'Osteria Francescana e al tristellato spagnolo Azurmendi, ma lui ti racconta di quando 14enne aiutava ai fornelli dell'oratorio di Busto Garolfo e indimenticabile fu «la volta che mettemmo a tavola 280 ragazzi».
Il Koiné festeggia i primi 10 anni ma gli occhi di Alberto restano quelli di un bimbo, pronto a fare ogni giorno meglio di quello prima, prendendo ispirazione dal viaggio quotidiano dell'esistenza. Come è insito nella parola, il locale di Legnano racconta una cucina di contaminazioni e condivisioni, un esperanto senza luoghi né tempi e lo fa attraverso 5 menu (Radici, Piatti firma, Piccolo piatti firma, Mercato e 1mq d'orto) che "sperimentano" la tradizione. Se dal 2014 il piatto firma resta lo spaghetto in cagnone, ispirato al riso lombardo e rifinito con burro nocciola, polvere di salvia e aria di prezzemolo, ogni giorno è creatività a mano libera con il menu Mercato che nasce dalla migliore materia prima a disposizione.
giornalista professionista, nata in un'annata di vino buono. Ha spaziato in ogni settore, dallo sport alla politica, dagli spettacoli all'enogastronomia perché far volare in alto la curiosità è il sistema migliore per non annoiare e non annoiarsi. Se volete renderla felice, leggete i suoi libri di fotostorie, "Il tempo di uno sguardo" e "Fatti sentire"
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Tavoli all’aperto
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