L'Altopiano di Asiago come un laboratorio di sperimentazione della materia e delle essenze della montagna. Instancabile lo chef Alessandro Dal Degan, che sfrutta i mesi di chiusura autunnale e primaverile per spingere ancora di più sulle creatività, senza per questo escludere dal gioco una parte della sua clientela e di quella che si può avvicinare alla sua Tana. Ed ecco che i tre menu degustazione dell'inverno 2019-2020 si dividono in base al numero dei piatti, ma soprattutto al grado di sperimentazione e creatività.
Il 5 offre piatti più semplici, veloci, per i neofiti o per una pausa di lavoro più veloce, ma sempre stile Dal Degan. Il 10 sono i classici di sempre, i piatti che hanno fatto la storia del ristorante, i premiati in giro per il mondo, raccontano l'evoluzione dello chef e la sua natura, una scelta imperdibile per chi viene la prima volta. Infine il 15, dove Alessandro crea e inventa senza limiti e preconcetti, piatti estremi, un viaggio attraverso la materia.
Il comune denominatore del nuovo menù è l'ingrediente: il secondario del primo piatto sarà il principale del secondo piatto e così via in una concatenazione di gusti e rimandi sensoriali stordente che chiude il cerchio quando ci si accorge che l'ingrediente principale del primo piatto è anche il principale dell'ultimo. L'ingrediente resta il protagonista, sezionato, stravolto, violentato sino a dare la massima espressione, come nel dolce del menu 10, dove la base è il cuore di vitello crudo. Il km zero non esiste, l'unico limite è la qualità della materia e il timbro delle erbe dell'Altopiano.
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cronista che ama la fotografia, cucina spesso per gli amici, cui offre sempre del buon vino. Vorrebbe morire viaggiando
Alessandro Dal DeganIl Sottobosco
Alessandro Dal DeganTrippetta di vitello al limone, zuppetta di lichene islandico in brodo di mare