Nella metropoli socialdigitali le etichette hanno vita breve. Il posto più “chic”, il locale più “in”, il ristorante “top”, nascono e tramontano più veloci della luce. Per restare a lungo in cima alla classifica dei preferiti servono tre doti: originalità, qualità e coerenza. Alcuni ci provano ma, carenti, presto cadono. Altri, pochi, eccellono. Pavè è un fulgido esempio della seconda categoria. Dal 2013 il mito del posto: “Con le più buone brioche di Milano” prospera e cresce. Oggi alla ristopasticceria di via Felice Casati si sono affiancati Pavè Gelati, Pavé Break e Pavè Birra, proprio di fronte al primo Pavè, che propone 12 birre artigianali e hotdog dalle 17.30 a mezzanotte per golosi afterwork.
Al timone 3 trentenni, abili e ingegnosi, partiti da una buona idea – proporre una colazione super – con la qualità in cima al loro progetto che non hanno mai stravolto, ingolositi da manie di grandezza. Da Pavè si va per colazione, cappuccino e brioches super – per la Centosessanta arrivano da oltreoceano – a pranzo, con una proposta basata su pani, serviti caldi dal laboratorio attiguo, imbottiti con salumi dop, salmone o mozzarella freschissima. I piatti preparati da Giovanni Giberti, uno dei soci, sono curati e semplicemente saporiti: il classico Vitello tonnato, il fresco Uovo morbido con patate e cavolo rosso, il Millefoglie di caponata della Zia Ina con caciocavallo.
E la sera il rito dell’aperitivo trova da Pavè un angolo di tranquillo piacere. I classici della mixologia sono abbinati a piattini sfiziosi oltre che a prodotti del forno, una certezza in termini di bontà.
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curioso per natura e per percorsi, una laurea in Fisica e la passione per la comunicazione. Commentatore sportivo su Eurosport, nel carnet svariate Olimpiadi e Mondiali di atletica, oggi ama insegnare, giocare e raccontare il golf, narrare storie di cibi, vini e distillati