Pochi grandi tavole d'albergo possono vantare, in Italia, una identificazione così perfetta e totale tra il suo chef, Stefano Baiocco, e la dimora che tutta questa storia ospita e custodisce: Villa Feltrinelli, location straordinaria riportata con sensibilità ai fasti di un tempo, in perfetto equilibrio tra sfarzo e discrezione.
Ed è proprio questo il punto. In un contesto simile, nell'estatica cornice del Lago di Garda, sarebbe lecito aspettarsi un’impronta culinaria accomodante e classica, aspettative che lo chef disattende con intelligenza, esercitando qui una cucina impavida ma elegantissima, sostenibile e fantasiosa, sensibilissima al mondo vegetale. Del resto, i suoi trascorsi in Francia, da Alain Ducasse e Pierre Gagnaire, in Spagna dagli Adrià e, in Italia, da Pinchiorri, sembrano aver indicato lui la strada di una conciliazione possibile, anche se delicatissima, tra internazionalità e autorialità, nel segno di una squisita, personalissima avanguardia.
In questo senso sono da leggere piatti che si sono imposti, ormai, nell'immaginariio collettivo non solo per il loro significato referenziale - trompe l'oeuil dalle acidità freschissime - ma anche per quello metaforico - una primavera sempiterna - come si magnifica in Tutto Pomodoro (che consta di oltre 50 diverse varietà di pomodoro, tutte con diverse lavorazioni) o la Semplice Insalata (oltre 140 componenti floreali e vegetali).
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Ristorante con camere
Tavoli all'aperto
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet