Sotto la cupoletta di rame del ristorante della famiglia Trafoier batte un cuore goloso che, né gli anni, né il cambio generazionale, ha rallentato. Anzi. L’ingresso in cucina di Kevin, figlio di Jörg e Sonya, lo ha rilanciato, mentre Natalie, la figlia, con le sue eleganti creazioni di pasticceria ne ha suggellato in dolcezza la formula. Punto focale e ispirazione primaria sono i prodotti della Val Venosta – le buonissime albicocche, lo speck del maso, le pere che crescono sull’uscio di casa, il pane di segale.
Dal salmerino allevato nella vicina Laces con cavolo rapa, rafano e fiori di sambuco, ai tortelli di pera pala ripieni di topinambur, formaggio venostano e asparagi locali, qui tutto profuma di buon vicinato e il chilometro zero non è solo una definizione di facciata. Da qualche tempo poi questo è diventato anche uno dei principali punti di riferimento della viticoltura eroica che si pratica con crescente successo tra le sue brulle coste: riesling, pinot nero, in particolare di cui Sonya è una instancabile e competente ambasciatrice.
non è un pr, non è un influencer. Da 25 anni cerca semplicemente di fare giornalismo e critica enogastronomia
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Ristorante con camere
Tavoli all’aperto
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