È puro espit piemontese con brezza mediterranea.
Sulla tela burrosa e non banale di un menu d'impostazione perfettamente tradizionale, tra i ravioli di finanziera e il risotto alla Bergese (al fondo bruno), tra piccole e intriganti variazioni contemporanee, tra un midollo di bue, baccalà, bietole e bagnetto verde, che è ormai diventato un classico della casa, e i tajarin di trippa d’agnello al sugo d’arrosto che, se non lo sono ancora, lo diventeranno, tra lievi divagazioni marine e agrumate, in onore alla terra natale della brava cuoca Valentina Chiaramonte, tra una ventresca di tonno alla brace e una insalata d’arance rosse, pompelmi, cedri, bergamotti e finocchi, al Consorzio si sta "come un puciu", come si dice in piemontese, cioè molto bene, al calduccio, coccolati e protetti.
Completa il quadro rassciurante una cantina come non ce ne sono molte, completa e profonda, ricca di etichette di quei produttori che non è facile bere altrove.
avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100
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avvocati di professione e gastronomi per passione. Da 25 anni recensiscono a quattro mani ristoranti sulle pagine torinesi di Repubblica. Collaborano con varie guide gastronomiche nazionali e sono gli autori delle Guide i 100