Da settembre 2019, l’insegna che conoscevamo col nome di Alice ha cambiato nome, assumendo le iniziali della cuoca di sempre Viviana Varese. Non è solo un re-branding ma un vero slittamento di filosofia. E di personale di sala: c’è un nuovo maître, l’elegante Luis Diaz, Federica Radice e Jessica Rocchi, sommelier preparate col culto dei cocktail e dei sake. La carta dei vini è passata a 800 etichette e l’angolo mixology si arricchisce di nuovi infusi (liquori e anche un gin) a marchio ViVa.
Viva significa anche vivi, cioè i toni dei colori protagonisti del restyling anche del ristorante: rosa, blu, verde… E viva è pure la cucina, con una tendenza vegetale più marcata, che attinge alle verdure dell’orto sperimentale del Parco Agricolo Sud Milano e in generale sceglie prodotti non lontani, sani, giusti e puliti, Slow-Food-style.
Dalla cronaca dei primi assaggi: una grand entrée spettacolare di piatti e piattini può essere il preludio di Spugna di Mare, cozze al burro nocciola, mandorle e dragoncello che ci tornano ancora vivi al palato. Ingredienti vicini e tecniche dal mondo, dunque, com’è evidente con lo spettacolare servizio del Tamales di anguilla, cotta in terracotta, rotta al tavolo e servita su una deliziosa crema di fagioli di pigna con un bicchierino di brodo di mais accanto. Col Gelato alla zucca con estratto di caffè chiudiamo degnamente un percorso che in futuro regalerà soddisfazioni ancora maggiori.
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classe 1973, laurea in Filosofia, giornalista freelance, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose dalla prima edizione (2007), collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso diverse scuole e università.
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