Non è mistero che Langosteria sia uno dei casi imprenditoriali più brillanti e di successo della scena milanese. Un filo che ha cominciato a svolgersi proprio qui in questo ristorante, con l’apertura di quella che ancora oggi è l’insegna ammiraglia del gruppo. La fondò nel lontano 2007 Enrico Buonocore, un ragazzo cresciuto a pane, burro e alici in Costiera Amalfitana. È lì che nacque probabilmente la passione per le grandi materie prime, soprattutto ittiche, vero plus di Langosteria assieme al lato esperienziale international che si sforzano di comporre in tutte le insegne – alla casa madre seguirono Langosteria Bistrot nel 2012, Langosteria Cafè nel 2016, Langosteria a Paraggi, in Liguria, nel 2017 e sta per arrivare Parigi.
Entri da via Savona, ti accomodi su sedute lush con un simpatico orsachiottone di peluche che occupa uno dei coperti e cominci a fremere dando un’occhiata alla lista raw, i crudi. Arriva il plateau royal e sembra di stare a Parigi: ostriche Fines de claire, Gillardeau, Sélection D’Or, Belon 00, Tarbouriech, king crab, scampi reali, tartufi, mandorle, bulots… basterebbero queste. Ma è un delitto andare via senza provare i piatti della cucina, semplici e di materie prime impeccabili: Tartare di scampi e foie gras e Aragosta alla robata danno soddisfazione sulla stessa linea posh.
Un capitolo a parte merita la carta dei vini: di che entrare mezzora prima solo per sfogliarla. Champagne? Borgogna? La lista è splendida. Chiedete lumi a Jacopo Tosi, sommelier leggero, competente, perfetto.
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose dalla prima edizione (2007), collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Nel 2020 ha scritto con Cesare Battisti "Cucina Milanese Contemporanea" (Guido Tommasi editore)
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