A Napoli si respira un Veritas nuovo di zecca. Con la cucina dello chef Carlo Spina, il tocco stilistico dell’architetto Carlo Olivari e il patron di sempre, Stefano Giancotti. Siamo nella cosiddetta Napoli Alta, corso Vittorio Emanuele, in collina. Dove il termine signorile si riempie di sostanza, di propensione all’arte.
Un ristorante senza dehors e vista mozzafiato, eppure illumina. Stiloso, ma vero. Professionale, ma informale. “Ho sempre pensato al Veritas come alla mia seconda casa, una finestra su Napoli, un modo per dire grazie alla città. Come unico dress-code, qui chiedo autenticità. Vogliamo restare liberi di esprimere noi stessi, senza rincorrere mode, con i nostri tempi e le nostre possibilità. Interpretiamo la Napoli dell’arte, delle grandi materie prime: personalità spiccata, ma senza urlare. Veritas di nome e di fatto”.
Per i nuovi interni, materiali e colori sontuosi, corni e cuori ex voto ci sono e completano un design raffinato, senza rincorrere un folclore scontato. Luci soffuse, studiate per indirizzare lo sguardo: il piatto, il calice, l’esperienza a tavola. Riguardo ai fornelli, Carlo Spina è napoletano, riservato, background dalle mille sfumature che oggi trova espressione in una cucina che sa raccontare la tradizione senza opprimenti vincoli territoriali. Una mano leggera che ama i profumi, le erbe. Come tutto il Veritas, anche la cucina di Spina è libera di vagare, andare, tornare, azzardare, confermare. Ci si accomoda ai tavoli scuri, esaltati da una mise en place nuda, si sfoglia il menu e parte la giostra. Come prima, più di prima.
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classe 1977. Nata ad Ischia, gli ultimi quindici anni li trascorre a Roma collaborando con le più note scuole di cucina della capitale. Esperta food&wine, collabora con riviste del settore scrivendo di ristoranti, grandi alberghi, prodotti di nicchia ed eroici produttori. Sommelier Ais, attualmente si divide tra Ischia, Napoli e Roma, sempre a caccia di nuove storie da raccontare