Belcanto si sposta di qualche metro, nella stessa via dov'è nato, ma non cambia la sostanza della proposta. Si rifà il look, certo, e con la riapertura rende gli spazi più facilmente fruibili da parte dei clienti (vedi anche l'accoglienza all'ingresso) oltre che per la brigata, come evidenzia chiaramente un rapido giro nel dietro le quinte. In più nasce un soppalco per private dining che, vista la popolarità del cuoco, risulta essere già richiestissimo. come se non bastasse l'anno in corso ha offerto l'ingresso del ristorante nel novero dei migliori 50 al mondo e una visibilità ormai internazionale in una città come lisbona che sta vivendo un vero e proprio boom turistico senza precedenti.
L'equipe del Belcanto, con la logica della "squadra che vince non si cambia", vede sempre in prima fila il solidissimo sous chef David Jesus e la cucina si muove con giudizio tra grandi classici presenti ormai da un decennio tra le pieghe dei menu di Avillez, e qualche novità della stagione, come nel caso del Lavagante (aragosta) con caviale, fagioli bianchi affumicati, spinaci saltati nel burro nocciole e pancetta affumicata dell'Alentejo, o nella Spigola con avocado e gamberi, resa più spigolosa, se consentite il gioco di parole, dal dashi, dalle zest di lime e dall'olio al pistacchio.
Anche la cucina portoghese e contemporanea di Avillez ha visto una recente evoluzione vicina a a commistioni che vanno a toccare altre culture gastronomiche, spesso lontane, ma sempre con una innegabile impronta classica di fondo e la capacità di rendere ogni elegante e raffinato.
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giornalista per riviste di turismo ed enogastronomia italiana, ama le diverse realtà della cucina internazionale e viaggiare