Nei mille progetti che ora affollano la galassia Gennaro Esposito, la Torre del Saracino continua ad avere un ruolo fondante e consolatorio perché, a detta dello stesso cuocone, "è il luogo in cui tutto è nato".
Avendo ormai raggiunto una padronanza tecnica con pochi eguali e un’impressionante maturità gastronomica, lo chef campano tende sempre più a compiacere il cliente con appagamenti culinari via via più mirati e soddisfacenti. Con in più la ricchezza di un esemplare affiatamento della brigata e del personale di sala, ormai una garanzia di continuità (ma anche di validi ricambi) come poche in Italia.
Un momento di grazia, quello dello chef, che si riflette appieno in ogni piatto che arriva in tavola: ben preparato, ben presentato, ben calibrato. Con armonie gustative esemplari e una percentuale di errori pari allo zero. A confermarlo, i piatti del menu degustazione “Identità e territorio”: Genovese di palamita con formaggi di capra, avocado e agrumi, Anguilla alla brace con sedano rapa, dragoncello e mela annurca, Spaghettini al ragù di seppia e il suo fegato… Il Mediterraneo in grandi pillole.
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)
Tavoli all’aperto
articolo a cura degli autori di Identità Golose
(nella foto: "Ravioli alle erbe e rapa bianca" di Antonia Klugmann, piatto simbolo del congresso di Identità Milano 2024)