Più di 10 anni fa il locale di Edoardo Papa e della moglie Emanuela - all'epoca semplicemente Fucina - fu il primo a portare nella Capitale la “pizza gourmet” (allora era questa la definizione più diffusa) proponendo la formula a degustazione, per dare modo a tutti i commensali di apprezzare al meglio ogni proposta una alla volta, e condimenti elaborati a vestire un impasto leggero e fragrante ma volutamente inteso come “base neutra”.
Non per nulla il claim di In Fucina è “il ristorante che ama la pizza”. E Papa non esita a definirsi chef più che pizzaiolo, anche se la qualifica se l’è conquistata sul campo e in maniera atipica, arrivando alla cucina tramite la pizza – o viceversa, da appassionato buongustaio e frequentatore di grandi tavole – dopo tanti anni nel settore delle comunicazioni. Le pizze hanno un impasto croccante e friabile che mette in risalto ancor di più i topping, sempre creativi e raffinati.
Dall’estate 2020 il menu si fa in tre: Pizze della Tradizione (per esempio, Marinara con polpa di pomodoro bio, aglio rosso, olio al peperoncino e origano naturale), Pizze di Terra (Capocollo artigianale bio e burrata artigianale pugliese) e Pizze di Mare (Seppia arrostita, ricotta di bufala DOP melanzane grigliate e olive taggiasche). E ci sono due menu degustazione. Da settembre 2020 tornano le classiche in stile napoletano: Marinara, Margherita, Romana con alici di Cetara…
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Tavoli all'aperto
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articolo a cura degli autori Identità Golose