Una delle "cattedrali nel deserto" dell'ultima Maremma toscana è rappresentata da questo elegante salottino nel cuore del paese di Montemerano. Una tavola che ha saputo nobilitare la cucina locale - povera, quando non impreziosita dalla cacciagione locale - e che ha anticipato peraltro l'occasione della crisi "offerta" dalla pandemia per ripensarsi anche grazie al Giardino di Caino, dove mangiare un piatto di trippa o dei - mirifici - tortelli al burro e salvia in tutta rilassatezza.
Quanto alla tavola madre, ora che Maurizio Menichetti ha lasciato la scena al figlio in sala, l'atmosfera è più rilassata, tanto che anche la cucina della sempre grande Valeria Piccini appare più distesa, anche quando si tratta di camminare sul filo e affondare con audacia facendo pure un poco violenza, benché consapevole e delicatissima, sulle papille degli avventori.
Così entrano in menù perfino timide fermentazioni e frattaglie che, però, Valeria Piccini ha sempre trattato più volentieri alla stregua di materie nobili. Nonché numerosi virtuosismi: un esempio lapalissiano lo troviamo, per dire, a conclusione del menu degustazione Intensità di Gusto: si tratta di Fragole, carciofi e lardo di cioccolato bianco, un dolce che è il compendio della squisita sensibilità della Chef o, pardon, lei preferisce "shef", di combinare tra loro ingredienti apparentemente incompossibili solo sulla base di quello che è, né più né meno, che il suo palato mentale: un palato assoluto, sensibile e veritiero.
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Ristorante con camere
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folli amanti dell’alta cucina, in totale sono una ventina, sempre alla ricerca di emozioni. La causa? Un’irresistibile Passione Gourmet