La felicità è di casa a Copenhagen
di Giulia Caffiero
L'ingresso del wine bar Ved Stranden 10, punto di riferimento del bere a Copenhagen (foto www.vedstranden10.dk)
Copenhagen è capitale europea del buon cibo. Possiamo quindi, con metodo deduttivo, intuirne che la vera felicità è di casa a Copenhagen? Scopriamolo assieme attraverso un piccolo tour tra i luoghi che ogni turista (e ogni danese) dovrebbero provare almeno una volta nella vita.
Partiamo dalla colazione, il pasto più importante, dicono. È indimenticabile quella di Hart Bageri a Frederiksberg. Il pasticcere fondatore, Richard Hart, figlio del Noma, sa perfettamente come rendere felice il palato. I suoi lievitati e sfogliati al cardamomo e cannella, il pane e gli stuzzichini salati sono ciò che vorrei augurarvi ogni mattina della vostra vita. Ahimè, non sarei del tutto leale nei vostri confronti se subito dopo non vi consigliassi di concedervi una seconda colazione (o anche una merenda) da Juno the Bakery a Østebro: fanno i cardamom bun più buoni delle città.
Copenaghen è un luogo impregnato d’arte: la cultura è in ogni angolo, mercato, food truck. In ogni ristorante, stellato o casual. La città merita lunghe passeggiate, magari con una bella tazza calda di caffè da passeggio. Caffè, avete letto bene: gli abitanti ne hanno una cultura invidiabile e a insegnarcelo è Coffee Collective, una micro torrefazione sulla Godthåbsvej, nel cuore della città.

Il mercato di Torvehallerne (foto Knud Winckelmann)
Il mondo è bello perché è vario e Copenaghen è ancora più bella perché possiamo decidere cosa mangiare. Spostiamo allora subito l’attenzione a un pranzo più danese, apparecchiati a uno dei tavoli di legno più classici della città: è il Palægade, nella strada omonima. Qui potrete assaggiare gli smørrebrod, le aringhe affumicate e i famosi gamberetti dei Limfjord.

Atelier September (foto Millel Hariba and Line Thit Klein)
La cena ha sempre molte opzioni e ahimè bisogna fare delle scelte. Vi consiglio tre posti, diametralmente opposti. Sono tutti gestiti da italiani, di conoscenza e abilità. Il primo è un ramen bar, Slurp, ed è gestito da chef Andrea Piras, fratello d’arte di Oliver e figlio putativo di Noma e Inua. Di origini sarde, si dedica anima e corpo alla cultura giapponese. Definisce ciò che fa «L’arte di concentrare un universo di sapori in una ciotola, il suo personale atto d’amore». Chiudiamo gli occhi e ci fa immergere in una realtà completamente diversa da quella in cui siamo, utilizzando solo materie prime a chilometro zero.

Pizzeria Mamemi
La serata volge al termine ma la verità è che per noi temerari non è completa senza passare dal Tata, il cocktail bar dell’hotel Sanders, accanto al Royal Theatre. Sembra di entrare in un’altra dimensione: l’atmosfera è rilassata, elegante, non troppo informale e dietro il bancone solo mani che si muovono con maestria, creando un gioco di suoni che lascia incantati. Il bar manager è Harry Leonard Bell: non fatevi ingannare dal nome, lui è italianissimo e si nota subito per la calorosa accoglienza e la risata contagiosa. È qui dal primo giorno di apertura di Tata, 6 anni fa. È stato Miglior bartender in Danimarca ai Bca Awards, per due anni di seguito. Il suo menu è divertentissimo!
Che state aspettando? Dirigete la bussola a nord e prenotate il prossimo viaggio a Copenaghen.