Roma di Heinz Beck

Per me, grandissimo appassionato di arte, vivere a Roma significa poter godere in qualunque momento di un museo a cielo aperto. Purtroppo il tempo è sempre meno di quello che vorrei ma, quando ho la possibilità, lascio la macchina e giro per la città a piedi, lasciandomi incantare dagli angoli nascosti, dai segreti millenari e dagli incredibili capolavori artistici e naturali che solo Roma sa offrire. A volte un appuntamento di lavoro si trasforma in un’occasione per attraversare le vie strette del centro e passare a salutare gli amici. Oggi la giornata me lo consente: è ancora presto. Andiamo…

Decido di iniziare da via dei Banchi Vecchi: mi fermo all’altezza del civico 129 e incontro il sorriso di Anthony Genovese che mi accoglie nel suo locale, silenzioso e ancora dormiente. Undici tavoli, eleganza ed armonia: Il Pagliaccio, per la sua cucina unica e raffinata e l’ambiente curato riscuote il successo che merita. Anthony mi invita a fermarmi, ma declino, a malincuore: non capita spesso che io venga in centro e altre soste mi attendono.

Un profumo inebriante si sparge nelle viuzze del centro e mi ricorda la prossima tappa del mio giro: da Roscioli, una vera istituzione del quartiere. Con la loro famiglia ho un rapporto speciale: ho scoperto questo paradiso della gastronomia poco dopo il mio arrivo a Roma. Insieme al mio giro quotidiano per il Mercato di Campo de’ Fiori alla ricerca delle materie prime migliori per il ristorante, il forno Roscioli è diventato una delle mie mete fisse, uno di quei posti in cui il calore umano e la simpatia sono di casa.

Un pezzo di pizza bianca calda con la mortadella, o mortazza, come si dice qui, due chiacchiere, un sorriso e via, pronto ad accogliere la bellezza che queste strade sanno trasmettermi. Un’altra tappa obbligata, almeno per me, è il caffè al Sant’Eustachio. Un must. Caffè al bancone, un saluto e riprendo la via.

Sento qualcuno che mi chiama da lontano… Fabrizio mi fa cenno con la mano, ricambio e mi avvicino. Vivo a Roma ormai da più di 20 anni e Armando al Pantheon rimane uno dei miei luoghi del cuore. Condividiamo la passione per le materie prime in purezza, senza fronzoli, per trasmettere emozioni ai nostri ospiti emozioni. Mi guardo attorno: persone ai tavoli, romane e non, mangiano, bevono, ridono. Insomma, vivono.

Da lì non posso non passare a salutare Omar e Rachele di Casa Coppelle, bellissimo esempio di connubio tra anima italiana ed estro francese, nonché cari amici di lunga data. Mi incammino poi verso piazza di Pietra, un’altra delle zone che più amo, nascosta e suggestiva, ed incontro Damiano e Malin, proprietari del Salotto 42. Due chiacchiere e la promessa di rivederci presto, quando torneranno a Roma.

Terminato l’impegno, è arrivata l’ora di pranzo. Perso nella meraviglia di questa città, sono arrivato, quasi senza accorgermene, al Tevere. Decido di passare a trovare gli amici della Taverna Trilussa. Mi invitano a sedermi: guardo l’orologio e cedo alla tentazione. Sarà un pranzo breve: La Pergola mi aspetta.