Ho preso in prestito il titolo – molto calzante – durante un giro in bici in città. Una considerazione breve e concisa su un cartellone pubblicitario, nero su bianco, che fa da motto; nessuno sa di chi o da cosa. Una precisazione che appare in lungo e in largo per tutta la capitale e che rende bene lo status post-pandemia.
La Barcellona che una volta conoscevamo non c’è più. La Barcellona gastronomica di una volta, lo stesso. L’essenza resta uguale perché il cliente locale è sempre quello che è; nostalgico e fedele alla tradizione come alla squadra di calcio del cuore. Ma lo spirito e i consumi di un tempo sono altri.
Perdiamo i punti di riferimento gastronomici che chiudono senza neanche accorgercene e si spengono le stelle con una traiettoria brillante alle loro spalle. Arrivano anche i meritati pensionamenti, come nel caso di Pintoxo di cui mi manca tanto esser trattata come una “regina” nella Boqueria. Al suo posto, nel mercato principale di Barcellona, continuano come il primo giorno a servire colazioni alla forchetta e caffè con sorriso.
Non lontano dalla Rambla continua a far la storia il mitico Bar La Plata che serve le stesse quattro tapas dal 1945. Un luogo storico in cui mi portavano sempre i miei genitori nelle loro uscite nel Barrio Gotico. Mi portavano anche al Carballeira, il mio ristorante di pesce preferito. A Barcellona ci sono tanti ottimi ristoranti e dal grande calibro, ma se devo dirne uno in particolare…
Nella stessa zona si fanno le migliori patatas bravas della città: le hojaldradas dello chef Marc Gascons per l’Informal dell’hotel The Serras, e quelle con la buccia servite da Sagàs. Proseguendo con le insegne degne di nota, è da annotare La Bombeta: da andare e riandare. Qui non si parla inglese e nessuna altra lingua che siano quelle ufficiali nazionali, ma i loro fritti la dicono lunga.
Anche Barceloneta ha il miglior ristorante panoramico della città: Torre d’Altamar, con una vista incredibile. Ideale per le occasioni speciali, anche se entrerebbe in sana competizione con altre insegne, alcune anche abbastanza recenti.
Amar, per esempio. È il ristorante che occupa una delle sale più maestose di Barcellona: quella dell’hotel El Palace, con ingresso indipendente. Una novità che si sposa bene con la città poiché ha saputo recuperare la giusta rotta nel panorama gastronomico e che un tempo si era offerta ad Alain Ducasse. È stato finalmente Rafa Zafra, assieme al suo splendido team, a trasmettere “l’amore” necessario per una cucina imperdibile. Prodotto, servizio e carta all’altezza di questa Barcellona che di tanto in tanto (ri)chiede di essere omaggiata.
Il leggendario Bar La Plata, Carrer de la Mercè 28, +34611647688 (foto tripsanthology.com)
Compartir
In parallelo a
Disfrutar, che porta tanta allegria alla città, gli chef aggiungono un’altra insegna, più casual. A immagine e somiglianza di ciò che già dispongono a Cadaqués (Girona), Compartir si discosta dal convenzionale tapas bar e serve piatti e piattini con prodotti realizzati e combinati a regola d’arte per la gioia della cucina e della tavola.
Batea
Gli chef di
Besta si sdoppiano attraverso quest’altra cucina, tanto atlantica quanto mediterranea, all’interno dell’
hotel Avenida Palace. Un “ristorante di pesce contemporaneo”, come amano definirlo, con neon, bancone e cocktail. Un indirizzo da tener bene a mente in pieno centro città.
Berbena
Un locale da consigliare sempre, ma da prenotare in anticipo perché si riempie facilmente. Pochissimi ingredienti, svariate commistioni e sapori. Non andate via senza aver provato la tortilla di patate, il pane e i dolci.
Bodega Bonay
Il luogo giusto per mangiare e bere – vini naturali – a proprio agio anche in solitaria, perché al bancone non ci si sente mai soli. La cosa migliore da fare è affidarsi allo chef Giacomo Hassan, un tempo al lavoro nell’alta cucina.
Brabo
Con doppia B e brace; molta brace. Così si chiama l’ambiziosa apertura degli chef Rafa Panatieri e Jorge Sastre dopo aver piazzato la loro pizzeria
Sartoria in vetta a tutti i gradimenti. Un nuovo indirizzo in una strada di per sé gastronomica considerando che a due passi c’è
Roig Robì – assieme a
Ca l’Isidre e
Via Veneto, il miglior ristorante tradizionale della città – fino a
Parallelo, che, più che una gelateria, è una tentazione.
Palo Verde
Questo bistrot rispecchia quel tipo di indirizzi che oggi impera a Barcellona. Una cucina giovane e sfrontata, un turbinio di sapori, servizio agile e prezzi moderati. Praticamente un vero e proprio esempio. Memorabile la loro
escalivada di peperone rosso.
Teatro Kitchen Bar
Continua il duo spettacolo-gastronomia d’avanguardia nello stesso locale dell’ex
Tickets, ora con lo chef Oliver Peña al comando, da provare.
Slow & Low
Evoluzione continua per questo indirizzo vibrante con cucina a vista e tanto brio. Chef e personale con le idee nitide, una fusion chiara e una prima stella arrivata proprio quest’anno.
Chandigarh Café
Dopo il primo rifugio di piacere, contemplazione e cucina mediterranea più disinvolta,
Les Filles, nasce ora quest’altro grazioso caffè anni Settanta. Senza dubbio il mio preferito nella zona alta di Barcellona, anche solo per un calice.
Una volta nel quartiere di Les Corts non perdetevi
Goxo con il suo bollito e la lasagna più golosa che abbia mai assaggiato, anche da asporto. Da provare anche il nuovo vicino
Jon Cake con tutte le
tartas de queso possibili e immaginabili, a eccezione di quella di Cristina Pedroche.
Leku
Volete andare al Camp Nou e approfittare per uno spuntino buono prima o dopo la partita? Il ristorante di Sergi Amor fa al caso vostro.
Balò
Indirizzo con tutte le carte in tavola per diventare un grande ristorante, con una proposta ancora contenuta. Tanto talento e un ottimo rapporto qualità-prezzo.
L’Avenir
A due passi da piazza Francesc Macià, ecco un altro ristorante da tenere bene a mente per la sua proposta gastronomica tradizionale con incursioni contemporanee. Piattini da condividere («o no», come dicono gli stessi proprietari) e due menu degustazione.
La sala del ristorante Amar all'hotel El-Palace, Gran Via de les Corts Catalanes 668, +34931039988
Poiché i business lunch abbondano a Barcellona, vorrei consigliarvi 5 indirizzi che si distinguono per la qualità della formula e il servizio:
Lanto,
El Puestu, l’
Artesana Poblenou,
Claris 118 e
Per Feina.
Per un buon tè (non tutti bevono caffè a questo mondo):
Tetere.
Due panetterie di cui fidarsi ciecamente:
Pa De Kilo, per le sue focacce, e
Oz, per il Challah (tipico pane ebraico) e le brioche.
Per ottimi panini:
Bodega Montferry.
Per un buon vermut:
Morro Fi o
Bar Alegria.
Il miglior indirizzo “gluten free”:
Gula Sana.
Una pasticceria senza tempo,
Baixas: da provare assolutamente la loro palma di cioccolato.
Per un (nuovo) brunch fuori dal comune:
Doppietta, perché
Italians do it better.
Per uno speakeasy degno di nota:
Bobby’s Free.
Drink bar con una (meravigliosa) terrazza:
Belvedere.
[traduzione dallo spagnolo a cura di
Federica Lisi]
Belén Parra
giornalista e comunicatrice gastronomia. Cofondatrice di Gastronomistas. Presenta e modera sessioni culinarie per congressi come Barcelona Gastronomic Forum. Redattrice e autrice di rubriche per più di un decennio per El Mundo, collabora per media specializzati come Time Out, Cuina o Coolt