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Guida ai ristoranti d'autore in Italia e nel mondo con i premi alle giovani stelle

Tavole asiatiche e nostalgia: la nuova New York

di Jay Cheshes

L'atmosfera de Le Veau d’Or, New York a Mid

L'atmosfera de Le Veau d’Or, New York a Midtown East

New York pullula di ristoranti. Sono una manciata le insegne che stanno rivoluzionando l’intero panorama ristorativo ispirando cosìspinoff e imitazioni talvolta anche migliori degli originali. E così, dopo una prima ondata di aperture, qualche anno fa, abbiamo assistito a un improvviso boom della cucina indiana, audacemente speziata, quella thailandese, con i suoi sapori stravaganti, e quella vietnamita, tra le cucine per cui è più difficile trovare un tavolo a New York. Innumerevoli sono poi le taquerie che producono ogni giorno tacos in quantità, tanto da poter competere con Città del Messico come capitale del taco. 

La nostalgia, invece, è il sapore del momento nei ristoranti più esclusivi: il ritorno della cucina francese old-fashion, delle grandi bistecche e costate in esposizione su carrelli e del generoso comfort food americano. Fatte queste premesse, ecco alcuni dei nostri nuovi locali preferiti.

Wild Cherry, West Village
Ha una proposta gastronomica confortante e di respiro internazionale, dalle cosce di rana alle fettuccine Alfredo, dalle grandi bowl di Caesar Salad alle bistecche per due. Il tutto è servito in un teatrale clubhouse del West Village (nascosto all’interno di un teatro, per l’appunto).

Le Veau d’Or, Midtown East
Per una cucina francese nostalgica in un punto importante a Midtown. Un luogo riportato in vita dallo stesso gruppo di Frenchette, Le Rock e Wild Cherry (leggi qui sopra).

Adda, East Village
Per la cucina indiana regionale concepita del team pionieristico di Dhamaka e Semma e la loro Butter Chicken Experience, da prenotare con anticipo.

Musaafer, specialità indiane

Musaafer, specialità indiane


Musaafer, Tribeca
Cucina indiana elegante e raffinata, in una sfarzosa sala da pranzo (è il ristorante gemello dello stellato Musaafer di Houston, Texas).

Banh an Em, East Village
La cucina vietnamita più autentica di New York, con il pho più ricco e i banh mi gargantueschi. Da non perdere, nonostante le lunghe attese (non accettano prenotazioni).

Ha’s Snack Bar, Lower East Side
Specialità franco-vietnamite estremamente originali, che si esprime attraverso menu in continua evoluzione.

Carnitas Ramirez, East Village
Tacos “dalla testa alla coda” preparati con maestria usando ogni parte del maiale, per l’appunto. Attenzione, creano dipendenza!

Santo Taco, Nolita e West Village
Per i deliziosi e succulenti trompo tacos, con strati alternati di costata e controfiletti affettati su uno spiedo verticale.

La Tête d’Or, Gramercy Park
Una steakhouse americana di stampo francese firmata Daniel Bouludm con tagli di carne grandi e bellissimi.

Crevette, West Village
Le specialità di mare dello chef britannico Ed Szymanski. Una cucina di stampo mediterraneo con piatti dai sapori decisi eseguiti alla perfezione, ideali da condividere.

Le Chêne, West Village
Cucina d’autore disinvolta firmata dalla chef parigina Alexia Duchene, con una carta dei vini quasi interamente francese da 3.000 referenze, curata magistralmente dal suo partner nella vita e nel lavoro, Ronan Le May.

Borgo, Gramercy Park
Cucina italiana essenziale e centrata sull’ingrediente, firmata da pionieri della scena gastronomica di Brooklyn, ora approdati a Manhattan.

Kabawa, East Village
Segna il grande ritorno di Paul Carmichael (ex chef di Momofuku) a New York e la sua cucina pan-caraibica generosa e distintiva.

La carne di Kabawa

La carne di Kabawa

Sappe, West Village
Una cucina sud tailandese esplosiva e abbinata a cocktail decisi.

Café Commerce, Upper East Side
Le confortanti specialità franco-americane di Harold Moore. In particolare, il suo celebre pollo arrosto con ripieno di foie gras.

Kiko, West Soho
Per il caminetto scoppiettante e la deliziosa cucina pan-asiatica che, lentamente ma con costanza, ha raggiunto un grande consenso.

Traduzione a cura di Federica Lisi.


Jay Cheshes

giornalista di food, travel, arte, cultura e, occasionalmente, di cronaca, è redattore della rivista HTSI del Financial Times e in precedenza ha ricoperto lo stesso ruolo al Wall Street Journal Magazine. Collabora anche con Smithsonian Magazine e ha scritto per Town & Country, Air Mail, Food & Wine, The New Yorker e il New York Times. Per sette anni ha seguito la scena gastronomica di New York come critico per le riviste Time Out e Gourmet. In una vita precedente si è formato come cuoco al Culinary Institute of America

Jay Cheshes