Gagini

C’è studio, creatività e un pizzico di follia nelle scelte dell’imprenditore della ristorazione Franco Virga, che non ha mai mancato di sorprenderci. Lo ha fatto una volta di più scegliendo per la propria insegna ammiraglia, il Gagini, uno chef a sorpresa, il torinese Marco Massaia. "A sorpresa" perché, per un locale illustre sulla cena gastronomica palermitana, non è banale optare per un giovane talento che si era espresso fino ad allora in contesti soprattutto sabaudi.

Scelta brillante: Massaia si è immerso nella realtà locale, ha preso confidenza coi produttori di cose buone nei dintorni, «la Sicilia è complessa per definizione, ma si ha la possibilità di attingere a una multitudine di ingredienti pazzeschi». È questa la sfida, che poi è un leitmotiv per Virga: ibridare il peso - a volte limitante - della forte identità gastronomica sicula innestandovi approcci foresti che possano regalarle nuove definizioni, offrirle sviluppi, in sostanza spalancandola al futuro. Gagini gioca ora con un Piemonte in Sicilia, o meglio una Sicilia con accenni piemontizzanti, mix fertile in cui il continente gastronomico apporta materia prima, ispirazioni e tradizione, Massaia il proprio imprinting.