La prima buona notizia è che Cascina Vittoria dista appena 20 minuti dal casello autostradale di Famagosta: da Milano ci si mette meno ad arrivare a Rognano, il primo comune della provincia pavese, che ad attraversare la città. Poi arrivi in un ampio casale silenzioso di fine Ottocento, molto ambito se si considera che, per accaparrarsi un tavolo, occorre darsi una mossa con un bel po’ di giorni d’anticipo.
È il feudo che la famiglia di origini lucane Riccardella scelse come meta per fuggire dalla pazza folla milanese, nel 2010. Nel tempo, mamma, papà e 4 figli hanno saputo comporre un’elegante cucina di campagna in una tavola su due piani (d’estate si cena anche fuori) con sedie in legno, e tovaglie bianche (ma non del tipo di quelle che arrivano fino a terra).
A tavola arriva un Brut Nature sloveno misconosciuto e già pensi che hai scelto bene. Poi, capisci che i piatti firma lo sono per una valida ragione: Millefoglie di melanzane e 3 consistenze di parmigiano reggiano, il Risotto alla zucca, salsa al gorgonzola stagionato e polvere di liquirizia o i buonissimi Plin alla milanese, gialli un po’ Langa e un po’ Milano. Molto bene. Più di tutto, qui si viene per la carne alla griglia: la Costata di scottona ancora la ricordiamo ma c’è anche il wagyu.
Poi, Giovanni è un super-lievitista quindi, nelle relative stagioni, non tornate a case senza un panettone, una colomba o un pandoro (che puoi anche gustarti come mini-appetizer prima del pasto: mini-pandorino con una spolverata di peperone crusco).
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Tavoli all’aperto
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt