N'Ata Luna

C’è un’Irpinia che sa di buono, e con lei c’è che si impegna a raccontare la bontà del momento, con genuinità e intuizione, ma anche con uno slancio creativo che riempie di significato e novità pure i più tradizionali degli ingredienti. Riletti con un occhio puntato sulla memoria e l’altro immerso nel presente.

Ci riesce particolarmente bene un giovane cuoco che ha avuto il coraggio di muovere i suoi passi lontano da casa, per poi lasciare che a vincere fosse l’audacia di tornare perché conosce il valore di questa terra discreta. Che senza far rumore, lascia un segno profondo. Soprattutto quando entrano in scena i sapori: quelli che decantano la stagionalità, interpretati magistralmente da Vincenzo Vazza con apertura mentale, avvalendosi di sfumature che raramente troveremmo nel paniere locale abituale, eppure presenti. La scoperta, d'altronde, è essa stessa ingrediente.

Pensiamo al tocco leggero della menta irpina. Ma anche a quello ruvido, ancestrale delle cotture alla brace o la porosità di una pasta fresca che ricalca gesti preziosi assimilati in famiglia, e che restituiscono un senso di accoglienza immediato. N’ata luna è il riflesso di tutto questo e molto altro ancora.