Core by Clare Smyth

Si dice che la perfezione sia noiosa, che i tre stelle siano troppo cerimoniosi o che l’ambiente finisca per intimidire. Con Core invece, Clare Smyth ha trovato l’equilibrio più naturale possibile: l’evoluzione moderna dell’ideale Michelin, declinato in modo contemporaneo, accogliente senza essere formale. È uno di quei posti in cui il grande gourmet come il semplice curioso che vuole vivere un’esperienza gastronomica si sentono davvero a proprio agio.

La cucina di Smyth, radicata nelle tradizioni del Regno Unito, guarda al presente ed esprime una sensibilità raffinata, a volte giocosa ma che non sconfina nel lezioso. A tratti strizza l’occhio alla Francia, con la leggerezza consapevole di chi sa quando fermarsi.

I piatti parlano da soli: la Potato and Roe, un omaggio alla sua Irlanda del Nord, che eleva un ingrediente umile con grande tecnica, il Lamb Carrot, un'inversione di ruoli in cui è la carota a prendersi la scena, e il Rhug Estate Venison servito con haggis, orzo perlato e whisky Lagavulin, cotto e impiattato con precisione chirurgica. E poi i dessert: il goloso Core-teser e la instagrammabilissima Core Apple, a chiudere un percorso che celebra territorio e creatività.