Nove al Villa della Pergola

Che si opti per Naturalia o per Terræ - ossia per il menu a trazione vegetale o per l'altro, più lungo, che inserisce anche le proteine animali, comprese ovviamente quelle marine - una cosa è certa: quasi per stratificazione progressiva, per accumulo di esperienza e di sicurezza nei propri mezzi, la cucina di Antonio Romano si fa sempre più nitida e intrigante, originale e autoriale, come se l'immersione progressiva nelle magnifiche atmosfere alassine, la sempre maggiore conoscenza di orti e vigne, del mare e dei produttori di cose buone, vadano a fornirgli ulteriore ispirazione al di là di quella che gli viene dal talento naturale e dalle tecniche acquisite presso grandi maestri come Heston Blumenthal a Londra e, soprattutto, Heinz Beck.

Così, ora, al Nove di Villa della Pergola l'offerta gastronomica sa essere di bontà pari alla bellezza del luogo, un tesoro incastonato tra la natura della costa ligure, 22 mila metri quadrati di magnifici giardini che abbracciano camere e suites distribuite nei cinque edifici: il piccolo, grande sogno realizzato dalla famiglia Ricci, con spirito di mecenatismo contemporaneo e di vocazione all'ospitalità.