Un ex magazzino portuale, proprio come il Noma: è questa la sede scelta da Kristian Baumann, chef danese di origini coreane, ex guarda caso del Noma (poi 108, con lui a capo) ma anche di Relæ, per il suo più recente progetto solista. Obiettivo, il dichiarato coming out delle proprie radici orientali tramite l'uso di prodotti nordici abbinati a ricette e sapori prettamente sudcoreani: il tutto, con un twist mai esagerato di creatività. Risultato, un locale subito affollato e vincente, con tanto di 2 stelle Michelin assegnate d'emblée.
La formula, grazie anche al posto chic e di design, ha funzionato. Gli anni spesi da Baumann in ricerca e sviluppo gastronomico sono serviti a creare un menu "occidorientale" esemplare, dove tradizione e innovazione si sposano a meraviglia. Fanno fede i delicati (e gelati) Noodles di aragosta, il Riso con gambero di fiordo e pepe fermentato, il Brodo di cavolo rapa con fiori eduli, olio di rosa e chili o una portata sorprendente come Scampi & Costata (scampo alla brace, costata marinata nel kimchi, salsa di aragosta).
E per dessert i kkwabaegi, le tipiche ciambelle intrecciate coreane.
curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).
curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).