Quello che Douglas McMaster è riuscito a fare con Silo andrebbe codificato e replicato su scala globale. Il progetto nasce a Brighton per poi spostarsi ad Hackney Wick, la zona hipster di Londra. Il concetto è operare un ristorante senza produrre rifiuti. Lo zero waste è in cucina, nell’etica e nell’arredamento: dai tavoli realizzati col packaging alimentare alle lampade composte da bottiglie e alghe.
Oltre ad essere pioniere di questa visione, McMaster è riuscito a creare un locale dove si mangia molto bene, senza rendersi conto dell’enorme lavoro di recupero dietro ad ogni piatto. Anche il personale di sala evita di accentuare come “scarti” e sottoprodotti siano alla base di tutte le portate. Qui la buccia del sedano rapa diventa una salsa deliziosa, e i residui della produzione del burro e della macinazione dei grani del pane vengono trasformati in gelato, il Siloaf (da Silo e loaf). È un tasting menu sperimentale ma equilibrato, che cambia in base alla disponibilità dei prodotti e fa fortemente uso di fermentazioni.
Molto valido il wine pairing con vini di piccoli produttori che praticano agricoltura a basso intervento.
Nato a Modena, si è trasferito a Londra nel 2007 dove prende una laurea in Giurisprudenza mentre suona pop-rock con la sua band e si mantiene lavorando come chef. Nel 2011 fonda The Upcoming, magazine culturale online di cui cura la sezione food & drinks. Non manca a un’edizione della Mostra del Cinema di Venezia dal 2001 e ne fa un vanto
Nato a Modena, si è trasferito a Londra nel 2007 dove prende una laurea in Giurisprudenza mentre suona pop-rock con la sua band e si mantiene lavorando come chef. Nel 2011 fonda The Upcoming, magazine culturale online di cui cura la sezione food & drinks. Non manca a un’edizione della Mostra del Cinema di Venezia dal 2001 e ne fa un vanto