A.T.
Francia | Parigi
lo chef
Atsushi Tanaka
sous-chef
Léo Dauvergne e Tomi Berglund
in cantina
Thibaut Simon
Léo Dauvergne e Tomi Berglund
in cantina
Thibaut Simon
Amiamo catalogare sempre persone, ristoranti, cucine. Ma con Atsushi Tanaka non è possibile. È cucina giapponese? Non proprio. Francese contemporanea? No. Nordica? No. Tutte e tre assieme o nessuna delle tre? Perché Atsushi ha uno stile tutto suo. Estetica impeccabile, impiattamenti delicati, con un’ampia gamma di colori.
Le sfumature di rosso variegate dal verde freschissimo, limpido, nel dessert Mela, limone e timo, o tonalità più fredde, quasi spente e malinconiche, ma così vibranti sul palato nell'estratto d’autunno, Porcini, abalone, sudachi – agrume giapponese – e castagna.
Se i colori sono tenui, quindi, i sapori sono l’esatto opposto. Decisi, profondi, intensi, basati su erbe, acetosella, ginepro e affumicature. A tratti sembra di inoltrarsi nelle selvatiche terre nordiche, dalle profonde foreste di pini alle suggestive rive marine. È una cucina pensata ed evocativa quella di Atsushi che, se così non fosse, avrebbe venduto come sue memorie d’infanzia del Giappone. O le suggestioni dei suoi viaggi. Ma Atsushi preferisce stare in cucina e lasciare libere suggestioni ai commensali.
Perché fermarsi
per una cucina senza etichette che invita la mente a percorrere habitat sempre nuovi, a occhi chiusi, trattenendo il sapore sul palato, per coglierne ogni sottile sfumatura... e a volte anche il respiroMenu di degustazione
85, 190 euro
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