I foodies parigini avevano individuato la sua cucina dai primi servizi al Mermoz. Poi l’hanno seguita con attenzione nei vari pop-up.
Lo scorso settembre, la chef Manon Fleury (33 anni) ha deciso di aprire la sua insegna, Datil, dal nome di una piccola prugna endemica. In questo indirizzo nel Marais, sviluppato tutto in lunghezza al di sotto di una vetrata, la chef accoglie gli ospiti solo in settimana con un team quasi 100% femminile. Non per rivendicare garanzia di qualità quanto piuttosto come impegno militante.
Nessuna carta ma un menu fisso, un po’ più lungo a cena, per utilizzare materie prime di stagione ed evitare ostentazioni e sprechi in cucina. Da Datil il vegetale è l’ingrediente principe che la chef, a seconda della stagione, declina in varie texture e cotture, come testimoniano le digressioni attorno alla zucca lo scorso inverno. E Dio sa se questa curbitacea permette ogni tipo di associazione. Manon Fleury è audace negli abbinamenti, convinta di poter associare per esempio capasanta, kiwi e daikon. È chiaro che Datil abbia del potenziale da vendere!
giornalista, scrive di creazioni contemporanee (art, architettura, design) e di art de vivre (cucina, enologia, mixologia) da 30 anni. Scrive per magazine (IDEAT, The Good Life, le Figaro Magazine, F…) e reviste di brands (Travelbook by Relais & Châteaux). Per 3 anni (2016-19), è stato caporedattore di Cuisines Révolution
+3315528512
+3315528512
giornalista, scrive di creazioni contemporanee (art, architettura, design) e di art de vivre (cucina, enologia, mixologia) da 30 anni. Scrive per magazine (IDEAT, The Good Life, le Figaro Magazine, F…) e reviste di brands (Travelbook by Relais & Châteaux). Per 3 anni (2016-19), è stato caporedattore di Cuisines Révolution