Quando si sta bene seduti a un tavolo viene spontaneo lasciarsi andare alle iperboli e così mentre si assapora un variazione sul pollo ai peperoni scatta il paragone tra lo chef Francesco Auricchiella e un mito di questa regione, Gabriele D'Annunzio. Il tratto comune c'è, innegabile, ed è il rapporto con la terra d'Abruzzo, che Auricchiella esprime in ogni creazione.
Le materie prime provengono al 95% da piccoli produttori locali, l'attrazione per le origini si percepisce sempre fortissima nel lavoro di uno chef che ha iniziato a cucinare quando aveva quindici anni mollando il liceo classico, ha fatto il lavapiatti, si è irrobustito a Lipsia e dopo un paio di passaggi formativi a Perugia e Firenze è rientrato alla base. Il Bistrot 24 è nato nel 2019, è passato attraverso l'inferno del Covid riadattandosi come paninoteca da asporto, poi ha spiccato il volo e si è guadagnato successo e credibilità in una città dove si sta bene e si mangia anche meglio, basando tutto sul grande amore per il made in Abruzzo elaborato con il bagaglio tecnico accumulato in giro per ltalia e Germania. Sempre con occhio attentissimo alla carta dei vini, davvero interessante.
Milano, 1965, è giornalista della redazione sportiva Mediaset
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Tavoli all’aperto
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