Jaime Pesaque è un cuoco limeño di grande mestiere e inventiva che ha avuto riconoscimenti tardivi (ora è 32° nella World’s 50Best globale, per dire). E sì che, a ricordare bene, c'era lui nella definizione della linea di cucina del Pacifico delle origini, fortunata insegna milanese di cucina peruviana. Sia come sia, Mayta, fondato nel 2008 nel quartiere Miraflores, è uno dei posti in cui andare senza esitazioni oggi a Lima. È una tavola di cucina peruviana contemporanea (e pisco bar) dall’atmosfera informale, il volume della musica sostenuto e una tremenda creatività che si applica su specie vegetali e animali endemiche.
Più di ogni altro genere alimentare, Pesaque ama le verdure, i tuberi, i cereali, le erbe spontanee di ogni altitudine: patate (tunta, oca e mashwa, tutte native), carote, melanzane, mais e quinoa prendono qui strutture e sapori che potrebbero valere un menu vegetariano fuori dai registri per finezza e pensiero. Ma Jaime non vuole negarsi nulla, e allora perlustra anche i suoi fondali, lavorando con grazia capesante del Pacifico, granchi, cannolicchi. E il pirarucu, pesce amazzonico piuttosto controverso: può arrivare a pesare fino a 200 kg, motivo per cui da Mayta si trova declinato in diversi servizi (inclusa la sua lingua, grattugiata al tavolo dal cuoco come fosse tartufo).
Singolarità: se chiedete un pairing alcolico, a metà pasto vi verrà servita un’eccezionale Cafè Experiencia al tavolo. Vale una portata e allarga il nostro sciocco conservatorismo in materia.
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laurea in Filosofia, coordina i contenuti della Guida ai Ristoranti di Identità Golose, collabora con varie testate e tiene lezioni di gastronomia presso scuole e università. Instagram @gabrielezanatt