Una volta i newyorkesi più curiosi andavano a Koreatown, sulla 32nd St. e dintorni, alla ricerca del tipico pollo fritto. Oggi invece, l’ultimo gastrogrido in città è “Modern Korean”: nell’ultima decade infatti molti giovani chef orientali o trapiantati hanno iniziato a proporre ricette della loro terra madre abbinate a tecniche e ingredienti occidentali, oltretutto in ristoranti sempre più eleganti e alla moda. Risultato? Sei insegne del genere a Manhattan già stellate, a partire dalle più note Atomix e Jungsik (due a testa).
Non stupisce quindi il clamore riscontrato dal più recente stellato in tema, quell’Oiji Mi aperto nel 2022 in zona Flatiron, guidato da un ex Bouley e Gramercy Tavern come il talentuoso chef coreano Brian Kim. Tutto merito di un locale chic e di design, ma soprattutto di un menu creativo, raffinato e internazionale, all’insegna di sapori netti, abili commistioni gustative e piatti visivamente accattivanti. Senza contare i vari, riusciti cocktail internazionali serviti al bar e realizzati con un twist tipicamente coreano.
Sul fronte cucina, ecco per esempio la delicata Oiji Bowl, ciotola con riso (incredibilmente, al dente!), riccio, alghe, gamberetti e cetrioli: tutto perfettamente amalgamato. Non scherza neppure lo scenografico Wagyu Samhap: fettine di Wagyu americano scottate al tavolo, adagiate nel piatto su una salsa di soia al limone e sormontate da un tuorlo d’uovo crudo, fra kimchi e senape coreana. Anche qui, la variegata esplosione di sapori sul palato è garantita: complimenti.
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curioso e instancabile cittadino del mondo, come critico/giornalista prima di musica e poi di enogastronomia (La Stampa, Panorama, L'Espresso, Guida ai Ristoranti L'Espresso). Si diverte ad abbinare il giusto sound a vini, piatti, cantine, spa, hotel, nei panni di music designer e sound sommelier (psmusicdesign.it).